Tutto da cambiare, Tonino!

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lunedì 8 ottobre 2012

PRONTO SOCCORSO EMOTIVO DOPO IL "NO" DI UN EDITORE


Vi ha telefonato. Avete fatto due chiacchiere. Avete parlato del libro che gli avete inviato per un’eventuale pubblicazione. Avete fissato un appuntamento “senza impegno”, ma lungo il “filo” del telefono avete percepito un certo interesse, una disponibilità, una porta aperta. E poi, chissà perché, il colloquio si è concluso negativamente. Non per qualcosa di sbagliato che avete fatto o detto in quella mezz’ora che vi siete visti. Solo che quella scintilla di interesse si è affievolita, o le collane di quella casa editrice non calzano a pennello con la storia, o semplicemente l’editore ci ha ripensato. Fatto sta che dovete digerire un no. Non è facile, perché un pochino ci avevate sperato, vero? Il consiglio è di lasciar depositare il miscuglio di emozioni che si agita in voi e cercare di vedere le cose dall’esterno. Magari maceratevi pure nel dispiacere, ma poi fate un bel sospirone e schiaritevi le idee pensando che:

-         La maggior parte dei manoscritti finisce nel cestino dopo che l’editore (o l’editor responsabile di una collana o il “lettore”) ha dato una rapida scorsa a poche righe: se un editore è arrivato a telefonarvi e a fissarvi un appuntamento vuol dire che ciò che avete scritto vale.

-         Non pensate di aver solo perso tempo ad andare al colloquio con l’editore, dato che l’incontro non si è concluso positivamente. Cercate anzi di riflettere bene su quanto vi siete detti. Anche queste esperienze vi formano come scrittori. Magari quasi per caso siete venuti a conoscenza di informazioni o di modi di analizzare i testi che vi potrebbero essere utili in futuro.

-         Non hanno rifiutato VOI, ne’come scrittori, ne’ come persone. Hanno rifiutato solo un vostro testo. Ed è solo l’opinione di quell’editore. Potreste trovare un altro editore che adora ciò che avete scritto e che ha una collana che si sposa a meraviglia col vostro libro.

-         Prendete spunto per mettervi in discussione: c’è qualcosa nel testo che può essere migliorato? Rileggetelo. E’ davvero buono? Spesso ritornare su un testo scritto diverso tempo prima vi aiuta a coglierne le debolezze e a porre rimedio.

-         Fate una ricerca su internet per individuare altre case editrici a cui  formulare una nuova proposta . Cercate un editore che abbia una collana adatta. Analizzate le collane che propongono ed il catalogo completo. Leggete qualche libro pubblicato dall’editore a cui volete inviare la vostra nuova proposta.

Ma soprattutto domandatevi perché scrivete. E se la risposta, come spero, è che scrivete perché vi dà gioia farlo, allora smettete di ricercare una pubblicazione a tutti i costi. Oggi la pubblicazione di un libro non vi garantisce la notorietà, ne’ tantomeno la ricchezza, prova ne è che anche scrittori piuttosto famosi non vivono solo di diritti d’autore. Potreste ad esempio diventare famosi pubblicando i vostri testi su un vostro sito o su un blog. Se poi volete disperarvi e cedere allo sconforto più assoluto leggete il divertente volume di Giorgio Maremmi “Avalon. L’agenda dello scrittore”, dove si disegna un impietoso ritratto di tutto il panorama che abbraccia la scrittura. Leggetelo e vi renderete conto della posizione dello scrittore, dell’editore, dei distributori, dei librai, dei lettori. Se dopo averlo letto avrete ancora voglia di scrivere, fatelo con la massima gioia. Tutto il resto verrà da sé.

“Ci sono i rifiuti per inaccuratezza, per insabbiamento o per incapacità. Ci sono i rifiuti per viltà, e quelli per prudenza. I rifiuti ideologici, i rifiuti sacrosanti, le ribellioni all’insipienza o all’arroganza. I rifiuti tecnici, quelli per cause di forza maggiore, quelli elegiaci che vorrebbero ma proprio non possono e già rimpiangono, quelli dovuti. I rifiuti basati su una poetica, o sulla linea di una casa editrice. I rifiuti spiritosi, imbarazzati, balbettanti, insinceri; i rifiuti sdegnati, e quelli che semplicemente dicono: non mi piace”.
Mario Baudino – “Il gran rifiuto”

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...certo si deve pur mangiare, ma non è vendendo libri che si realizza un sogno. A volte potrebbe essere pure peggio trovare un editore, che in qualche modo potrebbe condizionarti... Ogni espressione artistica è prima di tutto una necessità fisica. Se poi c'è qualcuno che si interessa a ciò che scrivi, meglio, altrimenti va bene lo stesso. E poi oggi ci sono mille modi per farsi conoscere anche senza un editore....

Daniela Darone ha detto...

Esatto! Sto cominciando anche a pensare che in questi tempi "bui" sotto molti profili, chi scrive abbia un "dovere morale" di essere promotore di cultura, svago, intrattenimento, indipendentemente dai compensi. Cosa ne pensate?