Tutto da cambiare, Tonino!

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domenica 4 novembre 2012

"Olga, nuda fra le nuvole" - terza puntata


Prima di arrivare ad aprire il portone alza lo sguardo verso le sue finestre. Dalle persiane della loro camera filtra la luce. Alfredo la sta aspettando sveglio. Le ha telefonato nel pomeriggio, mentre lei era ancora in ufficio. Il logo lampeggiante dei cuoricini sul display l’ha avvertita che la stava chiamando suo marito. Ha preso il cellulare ed è uscita nel corridoio.

-          Allora com’è andata?
      -          … Male …
      -          Come sarebbe a dire male …

Così lei gli ha raccontato tutto. Lui ha ascoltato in silenzio senza fare domande. Quando Olga ha smesso di parlare la voce di suo marito è risuonata ferma e decisa – Vedrai che non è niente. Stai tranquilla.

-          Mmh.
      -          Va bene?
      -          Va bene.
      -          E’ stasera che vai a teatro, vero?
      -          Sì.
      -          Allora se non faccio a tempo a tornare prima che tu vada via, ti aspetto  
         sveglio. Ciao amore.
-          Ciao.

Ha riattaccato schiacciando il tastino con la cornetta rossa, riascoltando nella mente le parole di suo marito. “REW. PLAY” ordina al suo cervello …. Ha soppesato le parole, il tono, il timbro di voce come una brava ortolana su quelle improbabili stadere …. Sembrava tranquillo …. O no?

Scuotendo la testa ha fatto forza sulla maniglia ed è rientrata in ufficio.

Adesso sente la chiave girare nella toppa. E’ in casa. Poggia le chiavi sul mobiletto del telefono e si da uno sguardo allo specchio appeso sopra.

-          Tesoro? – la chiama suo marito.
-          Sì … sei ancora sveglio? – gli chiede mentre percorre il lungo corridoio per arrivare alla camera.
-          Certo. Ti aspettavo.
 
Olga entra in camera. Lui è a letto con la piccola abat-jour accesa. Legge un libro, ma ha già infilato il segnalibro a forma di delfino che gli ha regalato lei fra le pagine. Segno che la lettura è finita. Alfredo guarda sua moglie: ha gli occhi tristi.  

-          Avete fatto tardi stasera. Ti è piaciuto?
-          Non finiva più! Ero così stanca a un certo punto che …. Alfredo?
-          Sì?
-         Morirò? – gli chiede all’improvviso sedendosi sulla sponda del letto e piantandogli gli occhi negli occhi.
-         No.
-         Davvero? – chiede allora lei con voce triste, ma aggrappandosi assurdamente alla sua risposta, come fosse un dottore, un santo, un guaritore … ma ha bisogno di sentirsi dire che andrà tutto bene. E’ solo una bambina spaventata ora, non una donna.
-        Non puoi morire – risponde ancora lui attirandola a se.
-        Perché?
-        Perché io e te dobbiamo stare sempre insieme, avere dei figli, e diventare vecchi e rugosi e senza denti … - risponde lui semplicemente, mentre le accarezza la testa – e tu sarai con la pelle tutta cascante e forse anche grassa e con le poppe che ti arriveranno alle ginocchia, che per andare a giro te le dovrai buttare in spalla.
-        E anche tu sarai ridotto così male?
-         No, io no. Però tu mi piacerai ancora …. Non piangere Olga ...
-         Non piango.
-         Invece stai per piangere. Ti trema il labbrino di sotto.… Raccontami tutto, dai. E vieni a letto, che è tardi.

Così, mentre si spoglia, gli spiega come sono andate le cose. S’infila sotto le coperte rannicchiandosi in posizione fetale. Mentre racconta, sente di nuovo quelle fitte fastidiose che l’hanno spinta a fare il controllo e si porta una mano al seno. Forse è solo il suo cervello che ….

-          Ti fa male?
-          Sì, ma non so più se sono i soliti dolorini che sentivo o quello che mi hanno fatto oggi …. Mi hanno lasciato dei segni che …
-          Fammi vedere.
-          No. Ti farà impressione.
-          Non mi farà impressione – risponde lui mentre le apre la giacca del pigiama.

Sul bianco della pelle spicca una vasta area di colore blu e verde vescica, simile a un grosso livido. Olga si sente tesa. Da stamani non può neanche sopportare il pensiero che qualcuno possa toccarla di nuovo per altre visite e controlli.  

-          Ti ci sei data qualcosa? Una pomata ….
-          No. Loro non mi hanno detto niente ed io non ci ho neanche pensato.

Lui la guarda e i suoi occhi sono buoni e grandi e pieni di amore. Sono tutti e due girati su un fianco, faccia a faccia. Lui si sporge verso di lei, le posa un piccolo bacio sulla pelle blu e l’abbraccia stretta. Olga gli accarezza la testa sentendo i capelli cortissimi di Alfredo solleticarle il palmo della mano. Scende ad accarezzargli una guancia, risale lungo il naso, sulle sopracciglia ampie per poi ridiscendere a seguire con un dito la sua bocca ben disegnata.

-        Hai gli occhi buoni … e caldi … sembrano due laghetti … e queste sopracciglia ampie per me sono … due ponti di serenità … e ciglia lunghe che, se diventassi piccina piccina e leggera come un pensiero, potrebbero farmi da culla…. – gli sussurra Olga sentendo che la tensione si sta sciogliendo.

Poi rimangono in silenzio a guardarsi, i loro visi vicinissimi con i nasi che si toccano, i respiri sui respiri. Alfredo le passa delicatamente i polpastrelli sul grosso livido. Una carezza lieve e Olga non si ritrae.

-          Dormiamo?
-          Sì.
-          Buonanotte.
-          Buonanotte – risponde lei rannicchiandosi contro il suo braccio. Chiude gli occhi e rimane ad ascoltare i suoi pensieri domandandosi quanto ci vorrà, stanotte, per addormentarsi. Fin da bambina alterna periodi in cui riuscirebbe a dormire anche su un sasso a periodi in cui, inspiegabilmente, dorme pochissimo. Nelle sue notti insonni mille pensieri la assalgono e non la lasciano in pace, esigono la sua attenzione, pretendono di essere pensati, quasi come fossero frutto di un delirio della febbre a cui lei non può opporsi. Adesso invece nel suo letto, ha appena chiuso gli occhi, che i confini del reale e dell’inizio del sonno si fanno labili e sfilacciati … e in quella terra di nessuno vede confusamente un bel pomeriggio estivo … tanti occhi fissi su di lei …. la navata e l’esplosione dei girasoli … e sente una voce … una voce … nella buona e nella cattiva sorte … in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non ci separi….

Poi, appena un attimo dopo, il confine diventa netto.

 
Continua …     

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