Tutto da cambiare, Tonino!

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mercoledì 13 marzo 2013

Sulla resilienza


L’altro giorno mi è arrivata una mail nella quale mi chiedevano cosa intendessi per “resilienza” (termine presente nel mio profilo). Bene, non è così facile spiegarlo. E’ più un concetto che trova pienezza e significato non esprimendolo a parole. E’ qualcosa che sento dentro, come un sentimento, che quindi difficilmente riesce a essere spiegato senza perdere parte di quella forza “magica” che appartiene al “non detto”. Innanzitutto, è una parola che per me ha una sonorità affascinante, quasi un sussurro, che si riserva di solito alle cose preziose che ci stanno a cuore. Sappiamo dal vocabolario che la resilienza è la proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi; la capacità di un filato o di un tessuto di riprendere la forma originale dopo una deformazione. Se ci guardiamo intorno e indietro, credo che ciascuno di noi si renda conto che per vivere il presente e, nello specifico, il momento storico che stiamo affrontando, serva molta elasticità e capacità di adattamento, pur senza perdere il senso profondo e innato di ciò che siamo. Significa coltivare una mente flessibile, cercare di vedere le cose da più prospettive, a volte rovesciare il nostro modo di percepire il mondo, mantenere una mente curiosa, non cedere al nichilismo. Viviamo in una società iperveloce, nella quale spesso gli spazi personali e introspettivi non riescono a essere curati e valorizzati come una parte imprescindibile dell’esperienza umana. Penso anche spesso a quanta fatica debbano fare coloro che sono nati negli anni trenta o quaranta: se pensiamo all’organizzazione e al modello di società che hanno sperimentato e lo confrontiamo col mondo di oggi, credo che abbiano dovuto “correre” molto per rimanere al passo. Coltivare il dono della resilienza significa quindi cercare dentro di noi tutte le capacità e le forze per affrontare la vita in modo positivo, attingendo ai nostri affetti, ai nostri valori, alla nostra creatività, prendendoci cura di noi stessi sul profilo fisico e spirituale, cercando di migliorarci mettendoci in discussione, rivedendo posizioni rigide e assolute, cercando forti motivazioni in noi per realizzare ciò che amiamo, con perseveranza e sano sudore, non perdendo la voglia di imparare cose nuove e mettendoci alla prova, coltivando una naturale attitudine alla gioia di vivere a livello istintivo .

E voi? Coltivate il dono della resilienza? Da cosa traete forza? Ho sempre pensato che la famiglia fosse un tassello importantissimo. L’immagine che rende bene il senso della famiglia per me è rappresentata da una sedia: le quattro gambe le permettono di stare in piedi, si aiutano a vicenda; sulla sua seduta potete riposare e ritemprarvi a turno; poggiare la schiena alla spalliera per essere sostenuti in un “abbraccio” rassicurante ….     

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