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giovedì 25 settembre 2014

Guia Risari, "Il taccuino di Simone Weil"

 
A me i libri comunicano sensazioni, non appena li prendo in mano. Questo per esempio, concepito proprio come un taccuino, con l’elastico a chiudere, tipo Moleskine, mi conquista subito. Sento la grana della carta, il profumo, m’incanto sulla copertina di Pia Valentinis, dove due alberi, i loro rami, le foglie, il cielo, compongono magicamente il volto di Simone Weil. E’ splendida quest’illustrazione: l’arte del disegno compenetra e amplifica il testo. Perché leggere “Il taccuino di Simone Weil”? Perché fa pensare, questa è la risposta più giusta. In ogni libro possono esserci infinite chiavi di lettura, possiamo trovare motivazioni diverse per leggere un testo. Io credo che oggi abbiamo bisogno di leggere per trovare esempi forti, risposte, differenti approcci alla vita rispetto a quelli che ci vengono inculcati. Specialmente i giovani dovrebbero essere spronati a scoprire i grandi pensatori e i personaggi che hanno lasciato tracce grandi e belle nel mondo, per farsi contagiare dall’ardire, dalla passione, dal fuoco, annientando il nichilismo che spesso sembra dilagare nella nostra società. Il taccuino di Simone è concepito proprio come un diario, nel quale la pensatrice ripercorre la sua vita toccando vari temi: l’infanzia, l’adolescenza, la scoperta della politica, la guerra, le disuguaglianze sociali, la filosofia, i viaggi … All’ultima pagina ti trovi a desiderare altre pagine … hai la sensazione di aver bisogno di continuare a cercare, capire. E’ questo il regalo più bello di un buon libro: trascinarti in una catena di ricerca, entusiasmo, curiosità.

Un plauso va anche all’editore rueBallu di Palermo, che con la sua collana Jeunesse ottopiù ha pubblicato vari altri titoli stimolanti: su Mozart, Bach, Shakespeare, Ildegarda von Bingen (www.rueballu.it).  

Simone Weil
“Ho capito che ogni persona, anche la meno intelligente, anche quella che ha capacità limitate, è animata dal desiderio di trovare la verità. L’unica cosa che bisogna fare è riconoscere questo desiderio e realizzarlo, ognuno a modo suo. Da quando ho afferrato questo, la mia vita è diventata un cammino verso la mia verità, verso l’incontro con gli altri, verso la pace, la giustizia e verso Dio. E, come tutti i grandi camminatori, mi sono armata di pazienza e ho riempito un grande zaino – uno zaino che tutti abbiamo – di esperienze, letture, incontri.” Guia Risari, "Il taccuino di Simone Weil"

 “L’animo di una persona è indipendente dalla sua buccia esterna … Anzi, mi sento un po’ distaccata dalla mia carcassa, anche se mi ospita e mi accompagna da quando sono nata” – Guia Risari, “Il Taccuino di Simone Weil”

Opere ispirate alla figura di Simone Weil: 

Georges Bataille, “L’azzurro del cielo”: Bataille s’ispira a Simone Weil per il personaggio di Lazare.

 
Film:

“Europa 51” di Roberto Rossellini

“Le stelle inquiete” di Emanuela Piovano

 “Perché la Grande Idea non è informare i ragazzi, ma formare la loro coscienza. E’ questo che li fa diventare Uomini e Donne capaci di discernere il Bene e il Male, ciò che si può, si deve, e ciò che invece non si può, non si deve.

Dobbiamo esortare i pigri … a mettere insieme il resto da soli, una volta che l’intelligenza abbia fatto loro comprendere i punti essenziali, tenendo a mente quanto hanno ascoltato perché sia loro di guida nel proseguimento della ricerca e accogliendo la parola altrui come principio e seme da sviluppare e accrescere. La mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita, ma piuttosto, come legna, di una scintilla che l’accenda e vi infonda l’impulso della ricerca e un amore ardente per la verità. Come uno che andasse a chiedere del fuoco ai vicini, ma poi vi trovasse una fiamma grande e luminosa e restasse là a scaldarsi fino alla fine, così chi si reca da un altro per prendere la sua parola ma non pensa di dovervi accendere la propria luce e la propria mente, e siede incantato a godere di ciò che ascolta, finisce per trarre dalle parole solo un riflesso esterno, come un volto che si arrossa e si illumina al riverbero della fiamma, senza riuscire a far evaporare e scacciare dall’anima, grazie alla filosofia, quanto vi è dentro di fradicio e di buio.”
Plutarco – “l’arte di saper ascoltare” 

 

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